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domenica 30 maggio 2010

Le ortensie erbacee perenni selvatiche


Cosa fare a Pavia?
I musei universitari offrono sempre nuovi eventi!
Vi aspettiamo per festeggiare insieme un giugno fiorito!

mercoledì 26 maggio 2010

Ippopotamo del Museo di Storia Naturale

I musei universitari pavesi
Sala Spallanzani
In questa sala vi sono i reperti più antichi. Troviamo i resti di alcuni animali, come la mandibola, la vertebra, la scapola di una balena della Groenlandia, e le ricostruzioni di alcuni animali, con delle parti autentiche, originali, e delle parti fittizie. Gli animali infatti arrivavano frequentemente al museo come pelle montata su un manichino che aveva le sembianze dellanimale originario.
Fra questi vi è un ippopotamo che apparteneva alla corte dei Gonzaga; risale quindi al 1780 circa.

Una visita al Museo di Storia Naturale

I musei universitari pavesi
Videoclip / spot di presentazione del Museo di storia naturale via Guffanti Pavia

Questo museo ha laspetto di un deposito: i pezzi sono ammassati, disposti in modo da occupare meno spazio possibile.
Questa sede è, da ormai molti anni, provvisoria. Il vero museo di Storia naturale di Pavia, risalente al 1960, fu smantellato e i reperti furono messi sotto al tetto del Castello Visconteo. Furono poi, in anni recenti, restaurati e posti in questa sede.
Il Museo ha origini molto antiche. Fu creato da Lazzaro Spallanzani, il padre della biologia sperimentale. Nel 1769 egli divenne professore di Storia Naturale, e nel 1771 ebbe lidea di allestire questo museo per poter impartire dimostrazioni pratiche ai suoi studenti.

baco da seta

Alcuni modelli in cera realizzati da Angelo Maestri, medico ortopedico e preparatore del museo di storia naurale, per illustrare alcune fasi di sviluppo del baco e delle sue malattie, in particolare il "mal del calcino", che si manifestava con la comparsa di visibili macchie sul corpo della larva morente che poi si copriva di una polvere bianca.

I Fiori - Orto Botanico Pavia

Alcuni tra i meravigliosi protagonisti dell'Orto Botanico di Pavia.

L'orto botanico è in Via Epifanio 14. Aperto dal lunedì al giovedì 9,00-12,30 /14,30-17,00 e Venerdì 9,00-12,00. Domenica al museo contattare gli Amici dell'Orto Botanico tel. 0382-22534

martedì 25 maggio 2010

Le ortensie

Le ortensie erbacee perenni "selvatiche": la 2° mostra mercato di piante spontanee per il giardino, l'orto e l'ambiente.
Apertura dell'orto: sabato 5 giungo dalla 15 alle 18, domenica 6 giugno 10,00-12,30 e 15-18.
Visita guidata all'orto domenica alle 16.
Vi aspettiamo per una giornata tutta fiorita! :)
Per info contattare gli amici dell'orto botanico
http://www.amiciortobotanicopavia.it/programma2010.htm

Vi aspettiamo su Flickr per condividere, commentare e votare le foto dei musei universitari pavesi :)
http://www.flickr.com/photos/50141843@N05/sets
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Orto Botanico Pavia, Via Epifanio

Via Sant. Epifanio 14 Pavia

ROSETO ( A) Vi sono 400 varietà di rose. Oltre alla rosa comune, notiamo: una rosa orginaria dell’ Iran, che ha la caratteristica di essere gialla all’esterno e arancione all’interno (Foetida, ho segnato, credo sia il suo nome). Vi sono inoltre dellle azalee e dei rododendri misti. Troviamo poi una cisalpina decapitata, dai fiori gialli, che è una pianta tipo l’acacia, della famiglia delle leguminose. Passiamo poi vicino alla vasca dei tritoni, in cui però adesso ci sono solo i girini. Vi è qui un cedro del libano e delle roccure, che sono piante chiamate così in quanto si adattano a vivere sulle rocce perchè ne assimilano bene le sostanze e i minerali. Vi è inoltre una ginestra, gialla, e un rosmarno geranum sanguineum. Un tipo particolare di rosa, bianca, senza spine e rampicante, chiamata rosa banxia, e un altro tipo di rosa, estremamente moderna, creata geneticamente, che fa i fiori verdi.



SERRA DELLE SPECIE TROPICALI (B) Vi sono poi dei rododendri e delle aquifoliaceae.

COLLEZIONI DI HYDRANGEAE (C) Le ortensie.


SERRA DELLE SPECIE TROPICALI (D) La Serra Tropicale è stata costruita nel 1974 durante la direzione di Ruggero Tomaselli. Essa è dotata di sistemi automatici per mantenere particolari condizioni climatiche: durante l’estate i vetri si aprono automaticamente per evitare un surriscaldamento eccessivo dell’ambiente; in inverno, al contrario, si attivano dei ventilatori e dei radiatori di riscaldamento. Entrambi questi sistemi sono regolati da termostati: le vetrate si aprono quando si raggiungono i 27° C, mentre i ventilatori si attivano quando la temperatura scende al di sotto dei 19° C. In questo modo la temperatura è sempre controllata e mantenuta, mediamente, attorno ai 25° C. In questa serra sono ospitati rappresentanti di regni floristici tropicali dell’Africa e dell’America. Lo scopo della collezione è quello di ricreare l’ambiente tropicale, indipendentemente dall’origine geografica delle singole specie: queste non sono quindi ordinate secondo la provenienza. Sono ospitati esemplari appartenenti a diverse specie esotiche di Palme, Pteridofite, Aracee, Euforbiacee, Liliacee e Marantacee, provenienti dai continenti africano e americano. Merita una particolare attenzione la C. oblungata, perchè si ritiene estinta in natura. E’ originaria dell’America Centrale ed è presente solo in alcuni Orti Botanici.



SERRA DELLE PIANTE UTILITARIE (E)


ARBORETO E PLATANO SCOPOLIANO (F) Il grande platano Scopoli, chiamato così perchè fu piantato nel 1778 da Scopoli, che fu direttore dell’Orto dal 1777 al 1778. Questo platano è alto 50 metri e ha la circonferenza, a un metro dalla base, di 7,30 metri. Passiamo poi ad uno spazio acquatico (quello dove ci sono le statue dei rospi grossi). Vi è una pianta con delle speciali radici pneumotofore, che escono dall’acqua. Per questo questa pianta (Taxodium Disticum) può stare sia nell’acqua che nella terra.


SERRE SCOPOLIANE E COLLEZIONI DI CACTACEAE (G) Queste serre sono storiche, risalgono a quando era direttore Giovanni Scopoli (1777 – 1778). Furono progettate da Piermarini, lo stesso che progettò il teatro alla Scala.In origine erano serre fredde atte al ricovero invernale delle piante. Ora invece le piante rimangono in serra tutto l’anno. Nella prima ala troviamo le Piante succulente, dette comunemente “piante grasse”. Questa definizione è però errata, in quanto queste piante non producono grassi. La loro forma ispessita serve ai tessuti per trattenere l’acqua. In questa prima sezione troviamo piante che vengono per la maggior parte dall’Europa, dall’Asia, dall’Africa. Queste piante affondano nei sassi per un meccanismo di difesa, per non farsi predare. Questo processo si chiama “mimetismox”. Troviamo poi le Cicladacee, piante molto arcaiche, presenti già ai tempi dei dinosauri. Le caratterizza un tempo molto lungo di sviluppo e di crescita. Vi è la più conosciuta Cicas Revoluta. Fa parte delle piante tropicali e sub-tropicali che non sopportano il freddo. Qui c’è un esemplare che porta le foglie nuove, ancora tenere e morbide, insieme alle foglie più vecchie, dure e coriacee. C’è poi la Felce, che vive nella zona di sottobosco. Nella seconda parte troviamo invece le piante che vengono dalle Americhe. Le Forbie Colonnarie incorporano un genere molto vario. Sono originarie delle Americhe, anche se dal 1500 vi è stato un rimescolamento tra i generi e le provenienze. Di questa specie fanno parte le Cactacee, tra cui risaltano il “Joshua three” e l’Aloe. Queste piante, vivendo in un clima sub-tropicale, hanno sviluppato nel tempo delle caratteristiche specifiche, come l’evapotraspirazione, che servono per sopportare lo stress idrico e l’insolazione. Il liquido che contengono le Cactacee può essere bevuto, quello delle Forbiacee no. Troviamo anche una Agave Tequiliana, che serve per fare la Tequila. L’Opunzia, diffusa dopo il 1500 dal Canada fino alla Terra del Fuoco. Si adatta ai deiversi ambienti. Le Cactacee sono piante molto evolute. Sono delle angiosperme e sono provviste di un metabolismo di tipo C4, più efficiente di quello di altre piante. La fioritura delle Cactacee è tanto bella quanto effimera. Spicca poi la Welwitscha Mirabilis, una pianta fittonante, che è dotata di un meccanismo per cui vi è un accrescimento secondario della foglia. Essa fiorisce, ed è sessuata: ci sono le piante maschi e le piante femmine. Inoltre ha alla base del tronco il cilindro aperto: sotto, la radice può scendere in profondità.





COLLEZIONI DI SPECIE OFFICINALI (H) Sezione divisa in due parti: le piante

QUADRIVIO DELLE STAGIONI E COLLEZIONI DI ANGIOSPERME (I)
Spazio delimitato da quattro statue, messe in tempi relativamente recenti da un direttore dell’orto che ha messo anche il roseto. Vi è poi la Camelia, e tre alberi, dai rami che si ingarbugliano, che sono esemplari di Sofora aponica. In teoria e in natura i rami di questi alberi andrebbero verso l’alto. Sono così contorti perchè è stato loro impiantato un tumore, e sopravvivono quindi in questa forma, che non è naturale, ma data dalla malattia. Incontriamo successivamente il Triangolum, uno spazio in cui vi sono le piante memorali (del sottobosco). Questa è la parte selvaggia dell’ orto botanico: si è cercato il più possibile di ricreare un ambiente naturale ad uso degli studenti che vogliono studiare le specie che nascono spontaneamente. Vi è il fagus tricolor, dalle foglie con le sfumature bordeaux.



COLLEZIONE DI SPECIE ACQUATICHE (L)


COLLEZIONE DI MAGNOLIA (M) La Magnolia, di due tipi: la magnolia stellata, che ha i fiori bianchi a stellina, e la magnolia grandifoglia.Procediamo poi verso la vasca degli alberi piangenti, in cui vi sono diverse varietà di piante acquatiche, e l’albero dei tulipani, dalle foglie palmate.


COLLEZIONE DI GIMNOSPERME (N) Il ginko biloba, unico superstite di pianta fossile vivente. É una conifera, anche se la foglia non è ad ago, ma a ventaglio. Risale all’era mesozoica. Questa pianta è usata anche in erboristeria per le sue proprietà energizzanti mentali, più che fisiche. Troviamo poi pini, abeti, tassi, cefalotassi, sequoi Delle sequoie fanno parte: la sequoia sempreverde, la metasequoia, la sequoia gigante. Si chiamano gimnosperme perchè hanno il seme nudo. Vi è poi una gimnosperma particolare, che si chiama araucaria e viene dal Cile. Troviamo anche una pianta assai singolare, il Tasso baccato, che fa le bacche rosse. All’interno di ogni bacca c’è un semino nero, velenoso: se un uomo ne mangia più di tre, muore.Il tasso baccato può riprodursi solo se i suoi semi vengono mangiati dagli uccelli.


TORBIERA (O) Ci spostiamo poi in prossimità di una torbiera, che è una specie di stagno, un posto in cui ristagna l’acqua. Qui troviamo delle felci e dei fiori gialli.

Museo di Storia Naturale

Museo di storia naturale via Guffanti – Pavia

Questo museo ha l’aspetto di un “deposito”: i pezzi sono ammassati, disposti in modo da occupare meno spazio possibile.

Questa sede è, da ormai molti anni, provvisoria. Il vero museo di Storia naturale di Pavia, risalente al 1960, fu smantellato e i reperti furono messi sotto al tetto del Castello Visconteo. Furono poi, in anni recenti, restaurati e posti in questa sede.

Il Museo ha origini molto antiche. Fu creato da Lazzaro Spallanzani, il padre della biologia sperimentale. Nel 1769 egli divenne professore di Storia Naturale, e nel 1771 ebbe l’idea di allestire questo museo per poter impartire dimostrazioni pratiche ai suoi studenti.

SALA SPALLANZANI


pavone

In questa sala vi sono i reperti più antichi. Troviamo i resti di alcuni animali, come la mandibola, la vertebra, la scapola di una balena della Groenlandia, e le ricostruzioni di alcuni animali, con delle parti autentiche, originali, e delle parti fittizie. Gli animali infatti arrivavano frequentemente al museo come pelle montata su un manichino che aveva le sembianze dell’animale originario.

Fra questi vi è un ippopotamo che apparteneva alla corte dei Gonzaga; risale quindi al 1780 circa.

Vi sono inoltre un delfino (Tursio), un coccodrillo del Nilo, uno squalo “mako”.

Vi è poi l’angolo della sala dedicato alle mostruosità, alle eccentricità della natura, come l’agnellino nato senza testa o esemplari di gemelli siamesi nel mondo animale. Questi esemplari potevano essere utili alla scienza in quanto gli errori della natura potevano rivelarne alcuni meccanismi arcani.

Il museo fu citato da alcuni personaggi del mondo letterario antico: Lorenzo mascheroni ne parlava in alcuni versi dedicati a Lesbia Cidona.

Vi sono poi delle tavole, create da Angelo Maestri per l’allevamento del baco da seta, in cui si possono vedere questi animaletti.

SALA DELLE COLLEZIONI IN LIQUIDO

Questa sala ha delle caratteristiche meno espositive, più, come dicevamo, di “magazzino”: vi si trovano degli animali che vengono conservati dentro a una soluzione di alcool. L’alcool, a 70°, estrae l’acqua dai tessuti: per questo processo l’animale viene disidratato e si conserva. Fra questi c’è un’ iguana tubercolata, un animale che sta sugli alberi e si nutre di vegetali.




pesci in liquido

SALA VERRI

Il nome di questa sala è quella di un tecnico dell’Università che andò in pensione nel 1990. Qui sono raccolti molti animali, imbalsamati, di origine locale, trovati a Pavia e nei paesi limitrofi, morti lungo la strada o donati da cacciatori.

Si nota il “Rigogolo”, un uccello presente nel parco del Ticino.

Vi sono inoltre molte varietà di uccelli notturni. Le loro caratteristiche specifiche sono: viso piatto, (disco facciale piatto), occhi posizionati davanti, sul disco facciale, e non di lato, udito tridimensionale. Troviamo: l’alloccco, presente in gran quantità ne vosco Negri, il gufo, caratterizzato dagli occhi rossi, la civetta, che rispetto agli altri rapaci è più piccola e si nutre più che altro di insetti, il barbagianni, dagli artigli molto grandi. Gli uccelli rapaci sono dotati di penne molto particolari, che non fanno alcun rumore quando sbattono le ali.

SALA DELLE COLLEZIONI OTTOCENTESCHE

In questa sala troviamo un armadio settecentesco in cui vi sono collezioni antiche. Vi è un corallo raccolto da Spallanzani durante uno dei suoi viaggi a Lipari.

Particolare è il “kakapò”, pappagallo non volatore adattato alla vita terrestre. Viene dalla Nuova Zelanda.

Vi sono inoltre gli “uccelli grucioni” presenti in India e in Africa. Vi sono varie specie, tra cui il grucione “verde” e il “persico”. Per tutto l’800 vi fu un grande interesse per le varie specie, tanto che ogni museo ne volle avere almeno un esemplare per ogni specie e per questo erano frequenti gli scambi tra musei.

Vi sono poi varie specie di picchi: ad esempio il picchio sudamericano e il martin-pescatore. Anche qui vi sono gli uccelli notturni, tra cui spicca il succiacapre che si nutre di insetti e di notte emette un suono molto particolare, una specie di trillo. É una specie africana.

Passiamo poi alle statue miologiche. “Miologiche” significa “dei muscoli”. Queste statue, ottenute col metodo della plastinazione, erano ad uso degli studenti di medicina, a cui risultavano molto utili per lo studio dell’anatomia comaparata. In alternativa si usavano dei modelli di cera. Le statue miologiche fornivano molti dettagli dell’anatomia umana, del cervello, e delle altre parti del corpo.

Torniamo agli animali. Degno di nota è il pesce celacanto, considerato un fossile vivente. Fino al 1930 specie simili a questa furono ritrovate come fossili, finchè nel 1930 venne trovato questo esemplare vivo nel canale del Mozambico. Questo animale suscitò un vasto interesse scientifico, dato dalla particolare forma delle pinne che sembrano zampe.




pesce celecanto

Troviamo poi il pesce ancestrale, conservato in formalina, trovato nel 1987 nell’Oceano Indiano. Fu affumicato e donato all’Aga Kaan III. Gocciolava grasso, e ancora adesso perde un po’ di grasso.

Tra gli animali imbalsamati, troviamo ancora i leoni di barberia, che vengono dal nordafrica. Hanno come caratteristica una criniera meno folta e un po’ più piccola di quella del leone naturale.

Vi è il tigone, un ibrido, sperimentale, un incrocio tra una tigre e un leone, che visse pochissimo.




leonessa di barberia

Vediamo anche il licaone e un cucciolo di volpe.

La foca monaca, che era molto presente nel mare della Liguria, della Toscana e delle Isole, e che dai primi anni ’80 non si vede più in Italia.

Ancora, vi sono delle variertà di picchi: il verde, il rosso maggiore, il rosso minore. Sono molto importanti per il progetto EST, che si propone di educare alla scienza e alla tecnologia e parla della biodiversità. Si svolge in provincia di Pavia.

Spicca inoltre l’oritteropo, equivalente a un formichiere sudamericano, dotato di una lingua molto lunga e appicicosa.

Arte e natura

Quadri all'insegna della natura...



Dentro ognuno di questi quadri non abbiamo solo paesaggi... ma parte di noi stessi e
dell'animo umano...


Claude Monet - Ninfee




Salvador Dalì - Rosa meditativa









Vincent Van Gogh - Vaso di Girasoli













Vladimir Kush - Departure of the winged ship

domenica 23 maggio 2010

La bellezza della natura

La natura è ciò che ogni uomo dovrebbe amare...tramite un rapporto di reciprocità, di dare e ricevere, che talvolta manca anche nelle relazioni fra uomini.
La natura domina il nostro animo, senza essa non avremmo possibilità di fuga dalle nostre giornate. Perfino uomini grandi e potenti non possono restarne indifferenti.
La sua bellezza è ammaliante.
Purtroppo oggi giorno ben altre cose hanno finito per ammaliare l'uomo, e far sì, talvolta, dimenticasse la sua stessa essenza.

lunedì 17 maggio 2010

Nasce Fauna & Flora

Fauna & Flora vi da il benvenuto! Questo blog nasce per comunicare e promuovere iniziative dei musei universitari pavesi, in particolar modo il museo di Storia Naturale e l'Orto Botanico. Tramite questo progetto potrete essere sempre aggiornati in tempo reale su le novità e curiosità. Aspettiamo la partecipazione di chiunque voglia contribuire con riflessioni, commenti e osservazioni. Ciao a tutti!



Last supper - Vladimir Kush