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martedì 25 maggio 2010

Orto Botanico Pavia, Via Epifanio

Via Sant. Epifanio 14 Pavia

ROSETO ( A) Vi sono 400 varietà di rose. Oltre alla rosa comune, notiamo: una rosa orginaria dell’ Iran, che ha la caratteristica di essere gialla all’esterno e arancione all’interno (Foetida, ho segnato, credo sia il suo nome). Vi sono inoltre dellle azalee e dei rododendri misti. Troviamo poi una cisalpina decapitata, dai fiori gialli, che è una pianta tipo l’acacia, della famiglia delle leguminose. Passiamo poi vicino alla vasca dei tritoni, in cui però adesso ci sono solo i girini. Vi è qui un cedro del libano e delle roccure, che sono piante chiamate così in quanto si adattano a vivere sulle rocce perchè ne assimilano bene le sostanze e i minerali. Vi è inoltre una ginestra, gialla, e un rosmarno geranum sanguineum. Un tipo particolare di rosa, bianca, senza spine e rampicante, chiamata rosa banxia, e un altro tipo di rosa, estremamente moderna, creata geneticamente, che fa i fiori verdi.



SERRA DELLE SPECIE TROPICALI (B) Vi sono poi dei rododendri e delle aquifoliaceae.

COLLEZIONI DI HYDRANGEAE (C) Le ortensie.


SERRA DELLE SPECIE TROPICALI (D) La Serra Tropicale è stata costruita nel 1974 durante la direzione di Ruggero Tomaselli. Essa è dotata di sistemi automatici per mantenere particolari condizioni climatiche: durante l’estate i vetri si aprono automaticamente per evitare un surriscaldamento eccessivo dell’ambiente; in inverno, al contrario, si attivano dei ventilatori e dei radiatori di riscaldamento. Entrambi questi sistemi sono regolati da termostati: le vetrate si aprono quando si raggiungono i 27° C, mentre i ventilatori si attivano quando la temperatura scende al di sotto dei 19° C. In questo modo la temperatura è sempre controllata e mantenuta, mediamente, attorno ai 25° C. In questa serra sono ospitati rappresentanti di regni floristici tropicali dell’Africa e dell’America. Lo scopo della collezione è quello di ricreare l’ambiente tropicale, indipendentemente dall’origine geografica delle singole specie: queste non sono quindi ordinate secondo la provenienza. Sono ospitati esemplari appartenenti a diverse specie esotiche di Palme, Pteridofite, Aracee, Euforbiacee, Liliacee e Marantacee, provenienti dai continenti africano e americano. Merita una particolare attenzione la C. oblungata, perchè si ritiene estinta in natura. E’ originaria dell’America Centrale ed è presente solo in alcuni Orti Botanici.



SERRA DELLE PIANTE UTILITARIE (E)


ARBORETO E PLATANO SCOPOLIANO (F) Il grande platano Scopoli, chiamato così perchè fu piantato nel 1778 da Scopoli, che fu direttore dell’Orto dal 1777 al 1778. Questo platano è alto 50 metri e ha la circonferenza, a un metro dalla base, di 7,30 metri. Passiamo poi ad uno spazio acquatico (quello dove ci sono le statue dei rospi grossi). Vi è una pianta con delle speciali radici pneumotofore, che escono dall’acqua. Per questo questa pianta (Taxodium Disticum) può stare sia nell’acqua che nella terra.


SERRE SCOPOLIANE E COLLEZIONI DI CACTACEAE (G) Queste serre sono storiche, risalgono a quando era direttore Giovanni Scopoli (1777 – 1778). Furono progettate da Piermarini, lo stesso che progettò il teatro alla Scala.In origine erano serre fredde atte al ricovero invernale delle piante. Ora invece le piante rimangono in serra tutto l’anno. Nella prima ala troviamo le Piante succulente, dette comunemente “piante grasse”. Questa definizione è però errata, in quanto queste piante non producono grassi. La loro forma ispessita serve ai tessuti per trattenere l’acqua. In questa prima sezione troviamo piante che vengono per la maggior parte dall’Europa, dall’Asia, dall’Africa. Queste piante affondano nei sassi per un meccanismo di difesa, per non farsi predare. Questo processo si chiama “mimetismox”. Troviamo poi le Cicladacee, piante molto arcaiche, presenti già ai tempi dei dinosauri. Le caratterizza un tempo molto lungo di sviluppo e di crescita. Vi è la più conosciuta Cicas Revoluta. Fa parte delle piante tropicali e sub-tropicali che non sopportano il freddo. Qui c’è un esemplare che porta le foglie nuove, ancora tenere e morbide, insieme alle foglie più vecchie, dure e coriacee. C’è poi la Felce, che vive nella zona di sottobosco. Nella seconda parte troviamo invece le piante che vengono dalle Americhe. Le Forbie Colonnarie incorporano un genere molto vario. Sono originarie delle Americhe, anche se dal 1500 vi è stato un rimescolamento tra i generi e le provenienze. Di questa specie fanno parte le Cactacee, tra cui risaltano il “Joshua three” e l’Aloe. Queste piante, vivendo in un clima sub-tropicale, hanno sviluppato nel tempo delle caratteristiche specifiche, come l’evapotraspirazione, che servono per sopportare lo stress idrico e l’insolazione. Il liquido che contengono le Cactacee può essere bevuto, quello delle Forbiacee no. Troviamo anche una Agave Tequiliana, che serve per fare la Tequila. L’Opunzia, diffusa dopo il 1500 dal Canada fino alla Terra del Fuoco. Si adatta ai deiversi ambienti. Le Cactacee sono piante molto evolute. Sono delle angiosperme e sono provviste di un metabolismo di tipo C4, più efficiente di quello di altre piante. La fioritura delle Cactacee è tanto bella quanto effimera. Spicca poi la Welwitscha Mirabilis, una pianta fittonante, che è dotata di un meccanismo per cui vi è un accrescimento secondario della foglia. Essa fiorisce, ed è sessuata: ci sono le piante maschi e le piante femmine. Inoltre ha alla base del tronco il cilindro aperto: sotto, la radice può scendere in profondità.





COLLEZIONI DI SPECIE OFFICINALI (H) Sezione divisa in due parti: le piante

QUADRIVIO DELLE STAGIONI E COLLEZIONI DI ANGIOSPERME (I)
Spazio delimitato da quattro statue, messe in tempi relativamente recenti da un direttore dell’orto che ha messo anche il roseto. Vi è poi la Camelia, e tre alberi, dai rami che si ingarbugliano, che sono esemplari di Sofora aponica. In teoria e in natura i rami di questi alberi andrebbero verso l’alto. Sono così contorti perchè è stato loro impiantato un tumore, e sopravvivono quindi in questa forma, che non è naturale, ma data dalla malattia. Incontriamo successivamente il Triangolum, uno spazio in cui vi sono le piante memorali (del sottobosco). Questa è la parte selvaggia dell’ orto botanico: si è cercato il più possibile di ricreare un ambiente naturale ad uso degli studenti che vogliono studiare le specie che nascono spontaneamente. Vi è il fagus tricolor, dalle foglie con le sfumature bordeaux.



COLLEZIONE DI SPECIE ACQUATICHE (L)


COLLEZIONE DI MAGNOLIA (M) La Magnolia, di due tipi: la magnolia stellata, che ha i fiori bianchi a stellina, e la magnolia grandifoglia.Procediamo poi verso la vasca degli alberi piangenti, in cui vi sono diverse varietà di piante acquatiche, e l’albero dei tulipani, dalle foglie palmate.


COLLEZIONE DI GIMNOSPERME (N) Il ginko biloba, unico superstite di pianta fossile vivente. É una conifera, anche se la foglia non è ad ago, ma a ventaglio. Risale all’era mesozoica. Questa pianta è usata anche in erboristeria per le sue proprietà energizzanti mentali, più che fisiche. Troviamo poi pini, abeti, tassi, cefalotassi, sequoi Delle sequoie fanno parte: la sequoia sempreverde, la metasequoia, la sequoia gigante. Si chiamano gimnosperme perchè hanno il seme nudo. Vi è poi una gimnosperma particolare, che si chiama araucaria e viene dal Cile. Troviamo anche una pianta assai singolare, il Tasso baccato, che fa le bacche rosse. All’interno di ogni bacca c’è un semino nero, velenoso: se un uomo ne mangia più di tre, muore.Il tasso baccato può riprodursi solo se i suoi semi vengono mangiati dagli uccelli.


TORBIERA (O) Ci spostiamo poi in prossimità di una torbiera, che è una specie di stagno, un posto in cui ristagna l’acqua. Qui troviamo delle felci e dei fiori gialli.

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